Fra i compiti dell’ufficio tecnico interno di Elettromeccanica Angelini ce ne è uno di particolare importanza e riguarda i progetti comunemente definiti di “relamping led”, ovvero di sostituzione di corpi illuminanti tradizionali (ad incandescenza o fluorescenza) con quelli appunto a led.
Non si tratta, però, di una semplice operazione, tramite la quale vengono rimpiazzate le lampade presenti in un’abitazione o in un’azienda, ma di un vero e proprio progetto, finalizzato a fornire al cliente una serie di informazioni utili, al fine di comprendere la funzionalità e i benefici dell’investimento.
“Nel dettaglio – spiega Mattia Angelini, manager dell’azienda – il nostro intervento abbraccia diversi aspetti importanti per il buon risultato finale: innanzitutto viene effettuata un’analisi dal punto di vista cromatico dell’illuminazione che si verrà a creare, al fine di verificare che l’effetto sia in linea con questo richiesto, in secondo luogo viene fornita una simulazione, finalizzata ad analizzare il rapporto fra investimento sostenuto ed effettivo risparmio che si verrà a creare. Questa sorta di business plan viene redatto incrociando tariffe energetiche presenti in bolletta, costi dei corpi illuminanti e rese in termini di efficienza energetica del led, al fine di misurare i risparmi e i tempi di ammortamento dell’investimento effettuato”.
Questo tipo di approccio, quindi, diventa un valore aggiunto in termini di chiarezza ed è, pertanto, molto apprezzato dalla clientela, specie di fronte a dubbi se procedere o meno con l’investimento. Un altro aspetto molto interessante in merito al relamping, riguarda l’ecosostenibilità del led. “A questo proposito – conclude Mattia Angelini – facciamo sempre presente che i vantaggi di tali corpi illuminanti non garantiscono unicamente benefici alle nostre tasche, ma anche in generale all’ecosistema: questo perché il led ha una vita di almeno 4 volte superiore alle lampade tradizionali (anche perché è privo di filamento interno) e, in più, non contiene sostanze dannose, quali piombo, azoto e mercurio: ciò comporta conseguenze di smaltimento molto meno impattanti, rispetto a corpi illuminanti standard”.